Alcuni anni fa, dentro una valigia piena di vecchie foto e carteggi di famiglia, abbiamo ritrovato una lettera: venne scritta da Matteo Ghiglione di Entraque nel 1916 per ordinare a nonno Celso 20 brente di Dolcetto.
Vista la quantità (20 brente dovrebbero equivalere a circa 1.000 litri di vino), abbiamo immaginato che Matteo fosse un ristoratore, e che stesse acquistando il vino per la propria osteria.
Oltre ad attestare che già nei primi del ‘900 nella nostra cascina si produceva il vino, l’entusiasmo con cui il signor Ghiglione parla del Dolcetto di Celso ci rende consapevoli e orgogliosi della preziosa eredità che ci è stata tramandata dai nostri antenati.
Su insistenza di Silvia, che in queste cose forse ci vede meglio di me, nel 2005 la lettera è diventata l’etichetta del nostro Dogliani Superiore DOCG, e voglio riproportene il testo qui di seguito.
Carissimo amico Celso,
ieri con piacere ricevetti sua lettera e campione del vino…
Lo ringrazio infinitamente della premura che si è preso nel rispondermi.
Il suo vino lo trovai buonissimo certo un po’ caro ma ora siamo in brutti tempi e perciò bisogna accontentarsi e sperare il meglio.
Dunque Caro Celso vorrei prenderne 20 brente, se a lei non ci dà disturbo tanto meglio e lo prendo al più presto possibile, ma però vorrei un favore da lei, facesse il piacere di chiamarle a Augusto se me lo può condurre e quanto vuole per brenta di porto da costi a Entraque.
Se viene me lo faccia sapere con un suo scritto e poi se mi converrà nel prezzo io ci manderò un telegramma dicendole: Mi mandi il vino da Augusto al contrario le dirò come credo se per caso che me lo menasse Augusto allora bisognerebbe che Lei mi imprestasse i fusti.
Insomma favorisca di chiamarci e poi mi scriva. Se in caso che questo non venga allora io guarderò di mandarne uno da qui.
Si ricordi sulla lettera di mettermi quanto vuole per brenta di porto.
Intanto riceva carissimi saluti da tutti e buone cose.
Una stretta di mano, Suo amico di cuore Matteo Ghiglione.