Osservando la disposizione dei filari, la rigogliosità delle vigne e l’ecosistema che le circonda è possibile capire quali sono i valori su cui si basa la nostra azienda.
Gran parte di quello che facciamo oggi ci giunge da molto lontano…
Dei molti insegnamenti ricevuti da mio nonno e da mio padre, quelli che rimangano certamente più attuali sono le tecniche di lavoro in vigna.
Per chi, come me, ha scelto di curare in prima persona i vigneti; i sistemi di coltivazione, i lavori di potatura e gli interventi effettuati sono rimasti praticamente gli stessi.
Ora come allora utilizziamo i medesimi antiparassitari, come il verderame e lo zolfo di cava, facendo maggiore attenzione alle quantità di prodotto impiegato.
Agricoltura sostenibile
Ho fatto tesoro dell’esperienza della mia famiglia e oggi posso portare avanti un metodo di allevamento della vite rispettoso dell’ambiente.
Non utilizzo diserbanti di alcun tipo, preferendo la pratica dell’inerbimento: in questo modo l’erba che cresce in vigna viene tranciata e lasciata tra i filari per concimare la terra.
Inoltre, il sovescio naturale consente di ridurre l’utilizzo di macchine agricole pesanti, favorendo lo sviluppo della biodiversità del sottosuolo. Le radici delle viti, infatti, si allungano per metri all’interno della collina e solo un ecosistema sano e in equilibrio consente di nutrire la pianta in modo efficiente.
La mia idea è di prevenire le malattie della vite, rafforzandola dall’interno. Per questo motivo gli interventi da praticare in vigna sono molti e cambiano secondo la stagione, la piovosità, l’umidità, l’escursione termica, etc.
L’inverno
Durante i mesi freddi è come se la vigna andasse “in letargo”. In questo periodo, tra una nevicata e l’altra, ci occupiamo di potare le piante.
Eliminiamo i tralci improduttivi, selezioniamo quelli più adatti a produrre nella stagione a seguire e individuiamo le gemme per l’annata successiva.
Nei primi mesi dell’anno nuovo ci occupiamo di fissare le viti ai sostegni dei filari. Per la legatura utilizziamo i “salci”, i rametti dei salici, pianta molto comune nella nostra zona.
La primavera
Con i primi caldi, quando la temperatura del terreno raggiunge i 20°C, inizia il pianto della vite: arriva risveglio vegetativo.
Il germogliamento, generalmente intorno ad Aprile, è una fase molto delicata per la pianta. Le ultime gelate di un inverno che tarda a finire possono compromettere la produzione dell’intera annata.
A fine Maggio, con l’aumento delle temperature, i vigneti si fanno sempre più rigogliosi. È quindi il momento di effettuare la scacchiatura, ovvero la potatura delle femminelle, dei tralci improduttivi e di tutto il fogliame in eccesso. Per una produzione di qualità è importante contenere lo sviluppo delle viti.
Inoltre, lo sfoltimento delle foglie permette una maggiore areazione della pianta, necessaria soprattutto nelle annate piovose. Il terreno ancora umido infatti può favorire lo sviluppo di muffe e marcescenze indesiderate.
Infine, a seconda delle condizioni meteorologiche, effettuiamo i trattamenti obbligatori per combattere malattie come l’oidio, la flavescenza dorata e la peronospora.
L’estate
Giorno per giorno osservo la terra, per vedere i grappoli crescere nelle vigne, e il cielo, per capire come combattere il grande caldo.
A fine Luglio diradiamo le viti, togliendo i frutti in eccesso prima che maturino e, a seconda delle temperatura, decidiamo quanto verde lasciare. Le foglie sono un ottimo riparo per i grappoli che matureranno in Agosto.
L’estate però, è anche la stagione dei temporali: una sola grandinata può mettere in serio pericolo il lavoro di tutto un anno.
Non è possibile prevenire le intemperie, ma una vigna sana, capace di drenare l’acqua in eccesso, riesce a reagire in modo più efficiente alle avversità meteorologiche.
L’autunno
Finalmente le fatiche dei mesi scorsi vengono ripagate con la vendemmia.
A fine Settembre/inizio Ottobre prende il via la raccolta delle uve. È un lavoro lungo e impegnativo che facciamo rigorosamente a mano.
Percorriamo più volte ciascun filare, in modo da raccogliere solo i grappoli che hanno raggiunto un livello di maturazione ideale.
A questo punto, con le ceste ricolme di buona frutta, ci spostiamo in cantina, dove prende il via la lenta trasformazione dell’uva in vino.