Quando oggi si parla di Arneis è raro trovare qualcuno che non lo conosca.
Il vino autoctono, la diversità e la salvaguardia di questa sono diventati argomenti all’ordine del giorno, e i produttori di tutto il mondo hanno imparato a valorizzare gli aspetti del proprio territorio.
Non è sempre stato così: questo bianco pieno di carattere, dalla fama mondiale, ha vissuto per secoli all’ombra di altre uve, considerato come un vino scomodo e poco interessante.
Le origini del nome
I primi accenni risalgono al lontano 1400, secolo in cui la funzione primaria di quello che allora chiamavano Renexij era di attrarre gli uccelli con il suo gusto zuccherino.
Veniva infatti piantato tra i filari di Nebbiolo per fare da esca, e salvaguardare il rosso più prezioso dei tempi.
L’origine del nome è discussa come poche altre, forse appunto per prendersi i meriti di quello che oggi è un prodotto di gran valore.
C’è chi collega il termine Renexij a vigneti della località Renesio di Canale, comparsi per la prima volta nel 1478 in un documento di conti del Roero.
Altri invece negano il legame tra le due parole e credono che l’etimologia derivi da un termine dialettale piemontese, “arnais”, una persona “burbera, difficile”, aggettivi spesso usati per descrivere la vinificazione di questa varietà.
Un’ultima teoria da valutare, logica almeno quanto le due precedenti, è quella che lega il nome di questo vino alla parola piemontese “arneis”, che seppur poco utilizzata parrebbe significare “arnese”, un attrezzo povero, ma indispensabile nella vita contadina.
Questa forse la spiegazione che più mi aggrada.
La scomparsa e il successivo ritorno
Dicevo, comunque, che questo vino non ha goduto sempre della fama che vanta oggi.
Se nel 1800 se ne hanno ancora tracce, infatti, pare estinguersi quasi del tutto nel 1900, perché considerato difficile da coltivare e di bassa resa.
È solo grazie a una manciata di coraggiosi pionieri che l’Arneis risorge dalle ceneri, con una fama e un mercato da costruire da zero.
Il miracolo succede, e nel 1989 il nostro vino ottiene la DOC, primo di una lunga serie di riconoscimenti.
L’Arneis oggi
Oggi l’Arneis è uno dei vini italiani più apprezzati all’estero, e il suo marchio di fabbrica sono godibilità e trasversalità.
È un vino elegante, rotondo, che da il meglio in terreni argillosi che ne stimolano l’acidità.
Ha tendenzialmente note sottili di erbe aromatiche, fiori bianchi, zagara, anice, liquirizia.
Qualcuno in America sta cercando di riprodurlo, specialmente negli stati di California e Oregon con risultati anche apprezzabili, ma questo vino, che nella storia locale ha tanto sofferto, è oggi emblema dei bianchi piemontesi.