Il Dogliani è il biglietto da visita della nostra cantina. È il vino che più rappresenta la nostra tradizione e il nostro territorio ed è oggi apprezzato in Italia e nel mondo, anche grazie al disciplinare DOCG che ne tutela la qualità.
Noi di Cà Neuva ne produciamo tre diversi, di cui uno Superiore. Ma cosa significa esattamente questa sigla, e da dove arriva?
DOC o DOCG?
La denominazione Docg sta per “Denominazione di Origine Controllata e Garantita” e rappresenta il marchio di eccellenza della produzione vinicola italiana.
Rispetto alla denominazione Doc, richiede dei parametri qualitativi e quantitativi della produzione molto più stringenti e precisi.
Per darvi un’idea, in italia esistono 330 vini Doc e soltanto 74 Docg.
La storia
Per certi versi la storia del Dogliani Docg è un esempio dell’evoluzione del vino italiano nel tempo, e rispecchia i cambiamenti culturali e sociali della sua terra di produzione, le Langhe.
Il Dogliani Docg nasce ufficialmente con un disciplinare del 2011, ma le sue radici sono molto più lontane nel tempo.
Le origini
Esistono prove certe della produzione di vino nella zona di Dogliani già in epoca romana, e forse il nome stesso del paese deriverebbe dal latino “Dolium Jani”, secondo una leggenda dove il dio Giano si recò a Dogliani per assaggiarne il vino!
Sappiamo che il vitigno Dolcetto è presente su queste colline almeno dall’anno mille, e sempre in questo periodo dei documenti storici ne provano il commercio.
La prima traccia di una regolamentazione nella produzione del Dolcetto risale addirittura al 1593.
Negli archivi comunali è infatti conservata un’ordinanza che intimava ai produttori di non vendemmiare le uve prima del giorno di San Matteo, il 21 settembre, per evitare un raccolto anticipato che non avrebbe consentito una corretta maturazione delle uve.
L’età contemporanea
Nei secoli successivi l’uva Dolcetto conquista la langa sud occidentale, e condivide col barbera e il nebbiolo il territorio del basso piemonte. Il vino che si ottiene è fresco, leggero e adatto ad accompagnare la quotidianità dei contadini di Langa.
Durante il 900 il dolcetto e´ il vino da pasto per eccellenza, consumato in grandi quantità e acquistato sfuso da consumatori affezionati. che si rivolgono annualmente al loro produttore di fiducia.
Dopo il boom economico però anche il consumo del vino cambia. Le persone possono spendere di più e aumenta l’imbottigliato.
Il mercato richiede una maggiore attenzione alla qualità e alle garanzie sul prodotto, e nel 1974 nasce la Doc Dolcetto di Dogliani.
Con questa denominazione si stabiliscono molti parametri per la produzione del vino come le zone di provenienza delle uve, la quantità e la gradazione.
Il presente e il futuro
Oggi il consumatore che si accosta al nostro vino è sicuramente più attento ed esigente che in passato.
Vuole un prodotto che sia espressione di un territorio, di una storia e di una sua unicità. Il vino diventa quindi un mezzo per entrare in contatto con questa storia e con la comunità che la crea.
Per tutelare ancora meglio queste specificità nel 2011 prende forma la versione definitiva del disciplinare Docg.
La gradazione minima viene fissata a 12° e la resa a 80 quintali per ettaro. Per fregiarsi della denominazione Superiore i criteri sono ancora più stringenti, con una gradazione di almeno 13°, una resa di 70 quintali per ettaro e un invecchiamento di almeno 12 mesi.
Il nostro lavoro quotidiano in vigna e in cantina è indirizzato a tutelare il grande patrimonio che ci è stato tramandato dai nostri antenati per trasmetterlo alle generazioni successive, affinché possano continuare a raccontare la bellezza delle nostre terre attraverso il vino.
Veniteci a trovare, adesso che conoscete la storia della Docg Dogliani dovete provarla!