Il Dogliani Superiore, tra i vini che produciamo, è uno di quelli che si fa aspettare più a lungo.
Ci vuole pazienza… lasciamo che cresca e si sviluppi con calma, immaginandone le note aromatiche e tenendolo d’occhio lungo il percorso.
Ecco, finalmente è arrivato quel momento dell’anno che tanto ci piace: l’imbottigliamento della nuova annata, lo sbocciare di un nuovo vino.
Il Dogliani DOCG Superiore: un’introduzione
Come alcuni di voi già sanno, il Superiore nasce dalla fusione di tutte le nostre sottozone migliori di Dolcetto. In queste vigne manteniamo una resa per ettaro bassa, che ci garantisce grappoli ricchi e della migliore qualità.
Un’altra differenza rispetto alla vinificazione degli altri vini sta nella fermentazione, che prevede una macerazione più lunga, anche del 20-30%; questo passaggio si traduce in un vino finale più complesso e interessante.
Il legno dell’affinamento lascia poi un segno indelebile, ma non opprimente: smussa gli spigoli, evolve gli aromi, accompagna l’evoluzione.
Le caratteristiche dell’annata
Il 2018 è stato un anno dalla produzione più limitata rispetto alla media; un anno di grappoli particolarmente concentrati e succosi, che già facevano ben sperare.
Ora che ci troviamo a tu per tu con il risultato dopo ben due anni di attesa, non possiamo che descriverlo come una piccola meraviglia: più morbido del 2017, rimane un vino di gran corpo, con una gradazione alcolica anche superiore ai 14°, ma armonico e dai tannini dolci, domati.
Consigli di servizio
Non temete di dimenticarlo in cantina per un po’… è un vino che tiene senza difficoltà anche 4 o 5 anni, ma il momento migliore per stapparlo, se ascoltate noi, è tra un annetto.
Servitelo ad una temperatura di 16° – 18°, abbinato a un piatto importante come cacciagione o bollito. E per i vegetariani? Un bel tagliere di formaggi stagionati!
Curiosi di provarlo?
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